Il percorso di riabilitazione del ginocchio da lesione del crociato avviene in modo lento e graduale seguendo un programma prestabilito.
Per i tifosi bianconeri, il 2022 non è iniziato nel migliore dei modi.
Infatti l’attaccante Federico Chiesa è stato sottoposto a fine gennaio ad una operazione di ricostruzione del legamento crociato anteriore conseguente ad un trauma distorsivo avvenuto sul campo da gioco.
Il legamento crociato anteriore, come tutti i legamenti del ginocchio, concorre alla stabilità dell’articolazione da un punto di vista anatomico e biomeccanico ma è il più soggetto a lesione e rottura completa.
Le cause di rottura del legamento sono solitamente imputate ai seguenti meccanismi di lesione:
- Distorsione in rotazione interna
- Distorsione in rotazione esterna quando il ginocchio è flesso
- Iperestensione violenta del ginocchio dovuta spesso a una brusca contrazione del quadricipite femorale
Tali traumi sono tipici e frequenti nei pazienti che praticano sport ad alta intensità sottoponendo il ginocchio ad alte sollecitazioni meccaniche.
La rottura del legamento crociato prevede, come intervento di routine, la sua ricostruzione che consente un ritorno all’attività sportiva sicuramente maggiore rispetto al trattamento conservativo.
Indipendentemente dal tipo di scelta chirurgica, durante la prima fase della riabilitazione del ginocchio da lesione del crociato è una prerogativa essenziale quella di ridurre al minimo le complicanze post lesione e ricostruzione.
Questo, diminuirà inoltre una recidiva di lesione del legamento crociato ricostruito, ipotesi da non sottovalutare dato che evidenze scientifiche hanno messo in evidenza come circa il 15% di tali infortuni in atleti professionisti rappresentano un re- infortunio allo stesso ginocchio.
Il paziente quindi, superata una prima fase di recupero della mobilità e della forza dei muscoli dell’arto inferiore arriverà gradualmente, in una seconda fase, al recupero dei movimenti sport-specifici con un programma personalizzato volto ad incrementare le variabili di forza, tempo, traiettoria e velocità del gesto atletico.
Lo scopo è quello di riacquistare gradualmente una capacita propriocettiva ottimale, un recupero della coordinazione e della resistenza allo sforzo muscolare in modo da consentire un ritorno alla prestazione sportiva pre-infortunio.
Per quanto riguarda i tempi di recupero, è importante ricordare che tutto il programma riabilitativo messo in atto per il paziente dovrà essere nel rispetto della forza e maturazione del neolegamento che, come ci riporta la letteratura, impongono un tempo di almeno sei mesi trascorsi i quali vi sarà la decisione degli specialisti di rimandare l’atleta in campo.